Di seguito, leggerete un breve articolo che avevo scritto il 2 novembre 2012 in merito all’oggetto di cui sopra, che ha provocato tantissime reazioni, dimostrazione palese che quando si “pesta i piedi” a qualcuno, questi reagisce veementemente, spesso a sproposito o, comunque, in maniera esagerata! Il mio articolo non era diretto contro i notai, ma a favore degli aspiranti tali, purtroppo il suo senso è stato frainteso!!! Mi attendevo una reazione da parte dei notai, sia pure pacata, visto che immagino tali professionisti come persone preparate e di classe, e non certamente da parte dei praticanti, a favore dei quali avevo steso poche righe. I notai (o almeno quelli che, da quanto si legge su questo blog o nelle e-mail che mi hanno scritto), si sono mostrati, generalmente, salvo eccezioni, più ragionevoli, come si comprende dal tenore dei due seguenti passi: “il tono esacerbato di chi insulta, come alcuni miei colleghi hanno fatto con lei, francamente non lo gradisco“; “cercherò di dare il mio contributo per svecchiare la categoria, nei confronti della quale io sono per molti aspetti attualmente molto critico e modificare il sistema“.
Al contrario, risentitissima è stata la reazione dei praticanti, cioè di coloro i quali aspirano a svolgere la professione di notaio, studiano duramente per questo e che, proprio a causa del sistema che ho criticato a loro favore, mai riuscirano a svolgere la professione ambita, almeno la maggior parte di essi!
Con molta probabilità, la ragione di tale astio, come molti hanno scritto, è che essi hanno potuto pensare che non mi piacciano i notai; errato, come potrei se un mio bisnonno esercitava tale nobile professione? In così poco spazio non potevo sviluppare un discorso approfondito, ben conscio del fatto che un breve articolo viene letto, uno lungo no!!!! Per quelli che hanno equivocato, e spesso reagito offendendo (alla faccia dei notai o praticanti, che classe!), sintetizzo i tre concetti che mi sembrava allora aver espresso chiaramente:
1. Le barriere legali all’esercizio di una professione liberale non solo sono ingiuste, ma non garantiscono, come ci si rende conto leggendo delle vicende in merito ai PROBLEMI sorti nello svolgimento delle prove di un concorso del 2010, A CUI solo una delle persone che hanno avuto da ridire ha fatto cenno nel blog dei praticanti notali romoloromani.it che tanto mi ha attaccato: “Un nuovo concorso, fatto ad penam segugis come quello del 2010, equivarrebbe a darsi con la zappa sui piedi!“. Ecco come vennero illustrati su Internet i problemi (o PROBLEMONI?) del concorso 2010:
In aggiunta, verificate di persona come tantissimi Paesi non contemplino tale figura:
http://www.notaires.fr/notaires/cartographie-du-notariat-dans-le-monde
2. Auspicavo (ed auspico) un allargamento del numero dei notai, a questo serviva il confronto numerico con altri Paesi, e particolarmente con la Francia, visto che 5.000 notai in Italia mi sembravano (e mi sembrano) pochi, a fronte degli 8.000 Transalpini, anzi, di più! A voler essere precisi, leggete quanto è riportato sul sito ufficiale dei notai francesi: “L’annuaire des notaires de France vous permet d’effectuer des recherches sur près de 9 000 notaires en exercice et plus de 4 500 offices répartis sur les départements de la métropole et d’outre-mer”;
3. Era ovvio (e non c’era bisogno di scriverlo a caratteri cubitali) che non si può confondere il notaio di “civil law” come da noi con il notary public degli U.S.A : avevo ripreso l’esagerato esempio dall’articolo del Prof. Ainis (che chi protestava poteva leggere, visto che ne avevo indicato gli estremi a piè di pagina), per riportare il riferimento numerico, che serviva a sottolineare, in Italia, il ridotto numero dei professionisti e le conseguenze per l’utenza, sia economiche (es. tariffe non esigue) che non economiche (es. non è detto che un notaio sia disponibile “dietro l’angolo”). Cosa che persino un praticante (suppongo sia tale) ha evidenziato sul sito romoloromani.it: “Attenzione a liquidare in modo semplicistico (“discorsi da bar”) le questioni sottese agli argomenti trattati dal Professor Ainis e ripresi dal Professor Violante: penso che sia ormai chiaro a tutti (o, per lo meno, dovrebbe esserlo …) che l’evoluzione della professione vada verso una sempre maggiore importanza dei principi legati alla concorrenza ed alla competitività delle tariffe applicate ai clienti. Il numero esiguo dei notai (e soprattutto le vecchie tariffe, ancora oggi utilizzate in larga parte) di per sè non favoriscono quanto evidenziato”.
A fronte di tali pacifiche affermazioni, vi è stato chi, nella sostanza, mi aveva accusato di non avere titolo per scrivere in merito, al che ribadii che ne avevo, sintetizzando alcuni titoli che avevo conseguito (non certo per vantarmene, ma per far capire all’interlocutore che scrivevo con cognizione di causa). Essendo stato il mio blog personale letteralmente preso d’assalto, suppongo che tale interlocutore abbia “chiamato a raccolta la categoria”, ed alcuni suoi partecipanti (notai o aspiranti notai) mi hanno persino accusato di censurare i post non pubblicandoli o non rispondendo: se avessero letto le avvertenze del mio blog, avrebbero compreso che si tratta di un blog non professionale, pertanto, aggiornato quando e se ne ho voglia (e me ne ricordo). Nonostante ciò, sacrificando notevole parte del mio tempo libero, sinora, sono riuscito a rispondere ad oltre 70 (alla data del 17 novembre addirittura settantasei, talvolta lunghi post, oltre che diverse e-mail giuntemi direttamente nella casella di posta elettronica) !!! Con la differenza che mentre le mie risposte sono state generalmente pacate, molti si sono scagliati contro chi ha espresso un’opinione contrastante con la loro, probabilmente perché temevano che ciò rischiasse di intaccare il loro “orticello”, cosa lungi dal rispecchiare la realtà.
Ciò premesso, ed aggiungendo che il discorso successivo potrebbe essere esteso ad altre professioni protette, tipo farmacisti, ecco il BREVE testo che avevo scritto, in cui ho dovuto alla fine ricordare la grande differenza tra il notaio nostrano ed il c.d. notary, che mi sembrava implicita ed ovvia (essendomi rivolto ad una platea di professionisti assai qualificati del ramo giuridico e non a persone a digiuno delle più elementari nozioni di diritto), ma a quanto pare, non lo era.
I privilegi sono causa di diseguaglianze ingiuste, questo è un dato di fatto innegabile. I notai costituiscono una categoria privilegiata, costituendo un numero chiuso, un’assurdità, visto che, da un lato, tanti atti da essi rogati potrebbero esserlo da parte di altri professionisti, tipo dottori commercialisti ed avvocati, dall’altro, per il fatto che si parla tanto di liberalizzazioni e poi si impedisce l’accesso alla professione da parte di tanti che ne avrebbero capacità e titoli.
In Italia, i notai sono meno di 5.000, mentre in Francia sono 8.000 ed in Germania 12.000 . Il reddito medio di un notaio italiano è pari a 327.000 euro annui. Giustamente, è stato osservato (Michele Ainis) come “ogni notaio è come Giano bifronte: libero professionista e pubblico ufficiale, con gli agi e i vantaggi di entrambe le categorie … la legge notarile risale al 1913, ai tempi del quarto governo Giolitti. Una propaggine del regno d’Italia che s’allunga sulla Repubblica italiana“.
Negli Stati Uniti, ci sono ben 4.800.000 (quattro milioni ottocento mila!!!) “notai”. Perché? Perché ogni cittadino può candidarsi attraverso il sito della National Notary Association e seguire un corso di formazione (159 dollari o 99 via Internet), superare l’esame di abilitazione, ordinare il “kit” per l’esercizio della professione (timbro a 16,95 dollari, registro degli atti a 11,95 dollari, certificati precompilati a 9,95 dollari, compendio d’istruzioni a 14,95 dollari). Ciò spiega perché i “notai” siano ovunque ed offrano i loro servizi a costi irrisori. Naturalmente, un corso di formazione non equivale a laurea, sia chiaro, come pure notary public o public notary, o semplicemente notary di “common law” non corrisponde alla nostra figura di notaio, visto che in pratica, identifica le parti contrattuali e ne autentica le firme.
Approfondimenti:
http://www.giornalettismo.com/archives/582051/notai-la-supercasta/
http://www.italiacheraglia.com/index.php/2012/11/08/michele-ainis-idee-per-rafforzare-la-democrazia/
http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/5906_privilegium_ainis.html
National Notary Association: http://www.nationalnotary.org/
Fonte:
“Professione privilegiato” di Michele Ainis, L’Espresso n. 45 – 8 novembre 2012, pagina 65